Menu

Servizi e prodotti

Real Estate

Nell’area Real Estate IBC annovera competenze professionali focalizzate all’acquisizione e sviluppo degli...

Consulenza societaria e legale

IBC affianca gli imprenditori sin dalle fasi precedenti la formalizzazione della società, accompagnandoli nel...

Management consulting

IBC supporta le imprese Clienti dalla fase di ideazione a quella di implementazione. Per le nuove iniziative...

Gestione Amministrativa

IBC offre un servizio personalizzato di gestione amministrativa in funzione delle specifiche esigenze del cliente....

Publishing

IBC aggrega un team di professionisti con esperienza pluriennale nella redazione di Progetto Repubblica Ceca (Editore...

ICT consulting & software development

IBC fornisce servizi di progettazione, consulenza e assistenza nell’Information & Communication Technology....

Office Rental

Alle aziende che non hanno una sede a Praga, IBC è in grado di offrire un servizio di “Office Rental”...

Area riservata

Ricerca

IBC Planet

Il paesaggio oltre la crisi

Il paesaggio oltre la crisi

Il 31 maggio a Praga, presso l’Istituto Italiano di Cultura (Vltašska 34, Praga 1) è stata aperta al pubblico la mostra di Manuel Bonfanti, intitolata “Il paesaggio oltre la crisi”. L’iniziativa - patrocinata dall’Ambasciata d’Italia, dall’Istituto Italiano di Cultura e dalla onlus Assis - è promossa dall’Italian Business Center di Praga. Il catalogo, edito da Progetto RC, contiene un testo critico di Ivan Quaroni. Attraverso una cinquantina di opere, prevalentemente di medie e grandi...

Praga si libera dalla stretta di Mosca / Prague liberates itself from Moscow grasp

Praga si libera dalla stretta di Mosca / Prague liberates itself from Moscow grasp
La compagnia che gestisce il trasporto del greggio, Mero, ha acquisito il 5% dell'oleodotto Tal
La riduzione delle importazioni di petrolio russo potranno essere compensate dalle forniture provenienti dal porto di Trieste
I possibili scontri tra Mosca e Kiev su diritti di transito di gas e greggio faranno meno paura a Praga. Il governo ceco, infatti, ha fatto il primo passo per ridurre la forte dipendenza energetica dalla Russia. La mossa chiave di questo smarcamento è stato l'acquisto da parte della società statale che gestisce gli oleodotti, Mero CR AS, del 5% di Tal (Transalpine Pipeline) conduttura che collega Trieste con la Germania e consentirà l'importazione di petrolio da Ovest invece che da Est. Un'operazione, di cui non si conosce l'esatto importo pagato a Shell (che detiene il 24% della pipeline), ma che ha di certo un grande valore simbolico.
“La partecipazione in Tal è un elemento chiave per la nostra sicurezza energetica e la politica di diversificazione dell'approvvigionamento di greggio”, ha sottolineato subito dopo l'annuncio il ministro per l'Industria Martin Kuba che ha gestito l'acquisizione, confermando l'urgenza della manovra: “Shell e Mero hanno scelto di comune accordo di non rivelare il prezzo della vendita delle azioni, perché si tratta di un tema sensibile”, ha spiegato la compagnia ceca. A ottobre i timori di una nuova chiusura dei rubinetti da parte di Mosca o di un aumento dei prezzi del greggio russo aveva scosso Praga, memore della guerra del gas tra Mosca e Kiev che aveva lasciato al freddo l'Europa centrorientale negli anni passati. La Russia, infatti, ha spostato parte del petrolio venduto all'estero dall'oleodotto Družba, che rifornisce gran parte dell'Europa centrorientale, verso altre mete, in particolare l'Asia. Il risultato immediato, che ha mostrato tutte le lacune e debolezze del mix energetico, è stato che le raffinerie ceche, ma anche quelle polacche, hanno dovuto lavorare soltanto con il greggio proveniente da altre fonti. “La situazione di ottobre è stato un segnale di allarme  – ha dichiarato Kuba – La nostra strategia di lungo termine, in ogni caso, si basa in maniera prioritaria sulla diversificazione, utilizzando entrambe le fonti di approvvigionamento, l'oleodotto Druzba e il Tal”.
Il greggio del Tal raggiungerà le raffinerie ceche attraverso la conduttura Ingolstadt-Kralupy- Litvínov (Ikl) già di proprietà di Mero. Anche se la Repubblica ceca importa già greggio non russo, come azionista del Tal potrà avere un accesso preferenziale alle risorse veicolate tramite questo oleodotto. “Se ci fosse uno stop improvviso delle forniture dalla Russia potremmo coprire l'intera domanda delle raffinerie ceche grazie al nostro nuovo status di azionisti nel Tal”, ha spiegato Libor Lukášek, direttore Sviluppo strategico di Mero. Gli altri azionisti del Transalpine Pipeline sono Bp, ExxonMobil, ConocoPhilips, Omv, Total e Eni.  
Con il 5% di Tal la Repubblica ceca potrà ricevere parte del greggio che approda al porto di Trieste e transita verso la Germania: si tratta di petrolio dall'Azerbaigian, dal Kazakhistan e dall'Iran. Passando dal Tal alla conduttura Ikl il greggio verrà poi lavorato nelle due raffinerie ceche. La riduzione delle forniture russe a ottobre è stata la cartina tornasole di una situazione precaria che da anni affliggeva la Repubblica ceca. Nonostante Praga abbia la proprietà del ramo ceco dell'oleodotto Družba, che tradizionalmente trasporta l'80% del greggio necessario al Paese, l'aumento dei prezzi e la strategia russa di diversificazione hanno fatto scattare l'allerta a Praga, obbligando il governo a velocizzare il passo verso la diversificazione. Il Družba (Amicizia), il più lungo oleodotto del mondo, trasporta greggio lungo 4.000 chilometri dall'Est russo fino all'Ucraina, alla Bielorussia, alla Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica ceca e Germania. Le cosiddette “guerre del gas” russo-ucraine, però, hanno reso evidente la necessità non solo per Praga ma per l'intera Europa occidentale di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico.
Come detta anche la vicina Slovacchia è strettamente dipendente dal Družba e per questo è e rimane uno dei Paesi più vulnerabili d’Europa in termini di sicurezza energetica (è stato ampiamente dimostrato durante la crisi del gas russo-ucraina). Oltre alla totalità del gas e ai tre quarti del petrolio anche il combustibile nucleare usato in Slovacchia viene importato dalla Russia.
Tornando alla sorella maggiore, Praga, Mero ha voluto spiegare tutti i punti di vantaggio che l'acquisizione ha e avrà in futuro per la Repubblica ceca. E nel comunicato di annuncio dell'affare con Shell ha puntualizzato le ragioni dell'accordo: “I vantaggi dell'operazione sono diversi: l'aumento della sicurezza energetica del Paese nel settore petrolifero, l'incremento del valore stesso di Mero e il fatto che la compagnia abbia realizzato l'acquisto senza ricorrere a finanziamenti esteri o a fondi pubblici”. Nella nota Mero ha sottolineato inoltre le passate situazioni di tensione con il fornitore russo che avevano obbligato Praga a ricorrere “ a un accordo d'emergenza tra Mero e Tal” che garantiva alla società ceca, “di utilizzare la capacità libera dell'oleodotto”. Ma il patto dava alla compagnia statale ceca soltanto lo status di “terza parte” e quindi una posizione meno privilegiata rispetto agli azionisti: “Mero non aveva la possibilità di modificare in base alle proprie esigenze l'ammontare delle importazioni”. Situazione ribaltata adesso con un gran sospiro di sollievo.


The company which manages the transport of crude oil, has acquired a 5% stake in the TAL pipeline
The reduction in Russian oil importation will be compensated by the provisions coming from the port of Trieste
The possible clashes between Moscow and Kiev on the gas and oil transit rights will be less scary in Prague. The Czech government has actually taken the first step in reducing the strong energy dependence on Russia. The key move of this liberation was the purchase made by the State company, who control the pipelines,  Mero CR AS, of  5% of TAL (Transalpine Pipeline), the pipeline which connects Trieste with Germany and will allow oil importation from the West instead of the East. An operation in which the exact amount to be paid to Shell (who possess 24% of the pipeline) is unknown, but which certainly has a great symbolic value.
“The participation in TAL is a key element for our energy security and the policy of diversification of crude oil supplies,” the Industry and Trade Minister Martin Kuba stressed immediately after the announcement, having handled the acquisition, confirming the urgency of the manouvre. “Shell and Mero have mutually agreed not to reveal the price of the sale of the stock, because it is a sensitive topic,” the Czech company explained. In October the fears of Moscow turning the taps off, or increasing prices of Russian crude oil had shocked Prague, with the gas war between Moscow and Kiev, which had left Central-eastern Europe in the cold for a few years, still fresh in people's memory. Russia has in fact moved some of the crude oil sold abroad from the  Družba pipeline, which supplies a large area of Central-eastern Europe, going towards other destinations, particularly Asia. The immediate result, which has revealed all of the flaws and weaknesses of the energy mix, was that all of the Czech but also Polish refineries, have had to work only with crude oil coming from other sources. “The situation in October was an alarm bell,” declared Kuba. “Our long term strategy, in any case, is based on and prioritises diversification, while using both sources of supplies, the Družba pipeline and the TAL.”
TAL's crude oil will reach the Czech refineries through the Ingolstadt-Kralupy- Litvínov (Ikl) pipeline, which is already the property of Mero. Even if the Czech republic already imports non Russian crude oil, as a TAL shareholder it will have preferential access to the resources transported through the pipeline. “If there was a sudden halt in supplies from Russia we will be able to cover the entire demand of Czech refineries thanks to our new status of shareholders in the TAL,” explained  Libor Lukášek, the Director of strategic development of the Mero. The other shareholders of Transalpine Pipeline are Bp, ExxonMobil, ConocoPhilips, Omv, Total and Eni.  
With 5 % of the TAL the Czech republic will be able to receive part of the crude oil , coming from Azerbaijan, Kazakhstan and Iran, which will arrive at the port of Trieste and transit to Germany. Having passed from the TAL to the  Ikl pipeline the crude oil will be processed in the two Czech refineries. The reduction of Russian supplies in October was the litmus test of a precarious situation which had been afflicting the Czech republic for years. Although Prague holds the Czech sector of the  Družba pipeline, which has traditionally transported 80% of the crude oil necessary for the country, the increase in prices and the Russian strategy  of diversification have put Prague on the alert, forcing the government to speed up the steps towards diversification. The  Družba (friendship), the longest pipeline in the world, transports the crude 4000 kilometres from East Russia to Ukraine,  Belarus, Poland, Hungary, Slovakia, the Czech republic and Germany. However the so-called Russian-Ukrainian “gas wars,” made it clear that not just Prague, but all of Western Europe needs a diversification of energy supplier sources.
As stated earlier, also the nearby Slovakia is extremely dependent on the Družba and therefore remains one of the most vulnerable countries in Europe in terms of Energy security (as strongly demonstrated during the Russian-Ukranian gas crisis). Besides the gas totality, and three quarters of it's petrol also the nuclear fuel used in Slovakia is imported from Russia.  
Going back to the big sister Prague, Mero wanted to explain all of the advantages the takeover has and will have in the future for the Czech republic. In the official announcement of the deal with Shell, they pinpointed the reasons for the agreement: “The advantages of the operation are different, the increase in the Energy security of the country in the oil sector, the increase of the value itself of Mero and the fact that the company has finally completed the purchase without turning to foreign financial backing or public funds.” In addition to this, in the note Mero highlighted that the past situations of tension with the Russian supplier had obliged Prague to resort to “an emergency agreement between Mero and Tal,” which guaranteed to Czech society, “to use the  free capacity of the pipeline”. However, the pact gave the Czech state company only the status of a “third part,” and therefore a less privileged position compared to the shareholders: “Mero didn't have the chance to alter the amount of the importations according to their own needs.” A situation now overturned with a great sigh of relief.

di Daniela Mogavero / by Daniela Mogavero